
Per accedere alla Corte di Strasburgo, le violazioni della Convenzione devono essere sollevate in modo corretto, chiaro e tempestivo nel corso del giudizio interno, con particolare attenzione
alla fase dinanzi alla Corte di Cassazione. È questo il passaggio cruciale in cui va preservata la possibilità di ricorso alla CEDU.
L’assenza di un’adeguata formalizzazione delle eccezioni, o il mancato richiamo a norme convenzionali rilevanti, può compromettere definitivamente l’accesso alla tutela europea.
Nel processo penale, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) rappresenta spesso l’ultima possibilità per far valere una violazione dei diritti fondamentali. Ma questa possibilità non è automatica: va preparata con attenzione già nel corso del giudizio nazionale, in particolare nel ricorso per Cassazione.
La regola generale, stabilita dall’art. 35, primo comma, della Convenzione, è chiara: la Corte può essere adita solo dopo l’esaurimento delle vie di ricorso interne. Tradotto in concreto, significa che la doglianza riferita a una presunta violazione della CEDU deve essere stata sollevata dinanzi alle autorità giudiziarie nazionali, e in modo sufficientemente chiaro.
In ambito penale, questo comporta l’opportunità di impostare correttamente il ricorso per Cassazione in modo da evidenziare (o almeno richiamare) le violazioni della Convenzione e la necessità di farlo con tecnica e consapevolezza, evitando che un’omissione precluda del tutto l’accesso a Strasburgo.
E se la violazione non è stata contestata espressamente?
Non sempre è tutto perduto. La giurisprudenza della CEDU ha riconosciuto che il principio dell’esaurimento può dirsi rispettato: se la doglianza è stata almeno implicitamente sollevata in Cassazione (ad esempio, lamentando violazione del diritto al giusto processo o difetto di motivazione), oppure se la violazione è riconducibile a un comportamento o a una decisione del giudice di ultima istanza, che quindi non poteva essere contestata prima.
Vedi ad esempio: CEDU, Sez. II, 17 maggio 2016, Navalnyy c. Russia (n. 2) – dove la Corte ha esaminato una violazione avvenuta proprio in sede di legittimità; CEDU, sent. Moreira Ferreira c. Portogallo (n. 2), Grande Camera, 11 luglio 2017 – sulla rilevanza del comportamento della Corte suprema nazionale.
In sintesi: una strategia difensiva attenta già in Cassazione è fondamentale per non precludere l’eventuale strada verso Strasburgo. Anche nei casi in cui non tutto sia stato formalizzato per tempo, una valutazione tecnica può fare la differenza.